Laura Cip |
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| Sulle due canzoni. Tanti hanno fatto "la struggente" e "la friccicarella". Altri ne hanno fatte due uguali. Degli Elii conoscevo già i titoli - e qualche verso - da diverso tempo. Immaginavo che ne avrebbero presentata una come canzone per la gara (Dannati Forever), e l'altra come canzone sperimentale e inascoltabile destinata ad essere eliminata e suonata una volta sola per il gusto di suonarla, come del resto avrebbero potuto fare anche certi altri. Fra le fave (i fan degli Elii per chi non lo sapesse) si parlava tanto di una possibile "delusione", discorsi che non ho condiviso affatto (perché con Elio è molto facile essere presi dalla nostalgia per le vecchie cose, ma è anche un gruppo che va avanti e non invecchia, ma cresce), finché non è partita Dannati Forever, e lì devo dire che personalmente un po' di delusione è arrivata. Un pezzo sicuramente nella media della produzione degli Elii, divertente e intelligente e con un ritornello epico. Ma...ma. Non mi andava molto giù che fosse quello il loro pezzo in gara. Quando è iniziata la Mononota, con quegli arrangiamenti, quell'eclettismo, ho capito che non avevo capito proprio niente, e che era quello il pezzo per la gara. Perché la sperimentazione, il gioco, l'avanguardia, come dicevano anche all'Oulipo, può restare solo un gioco, geniale quanto si vuole ma pur sempre un gioco; oppure, in certi casi, può dare vita a un'opera vera e propria. E a quel punto ho preso il telefono e ho votato la Mononota. Vederli su quel palco venire a conoscenza che l'80% del pubblico aveva amato e dato fiducia alla Mononota è stato bellissimo. Del resto gli Elii a Sanremo non avevano proprio da dimostrare nulla, e nemmeno da farsi amare. Ci erano riusciti con uno schiocco di dita diciassette anni fa a farsi amare anche da quel pubblico lì.
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