CITAZIONE
I COLORI DEL DIAVOLO (LES COULEURS DU DIABLE)
Genere:Drammatico
Regia: Alain Jessua
Interpreti: Ruggero Raimondi (Andrè Bellisle), Wadeck Stanczak (Nicolas Morgan), Isabelle Pasco (Valérie), Andrea Ferreol (Sherri), Bettina Giovannini (Hélène Mariani), Josè Quaglio (Peter Lazlo), Luca Zingaretti (Losi), Philippe Dajoux (Leo), Pascale Reynaud, Elisabetta Rucchetti, Corrado Scalia, Luciano Roffi. Nazionalità:Francia
Distribuzione: Medusa Film
Anno di uscita: 1997
Sogg e Scenegg.: Alain Jessua
Fotogr.: (Panoramica/a colori) Pasqualino De Santis
Mus.: Michel Portal
Montagg.: Hélène Plemiannikov
Dur.: 89'
Coproduz.: Les Films De l'Astre, Paris
A.J. Films Production Group, Roma
Giudizio:
Inconsistente/farneticante
Tematiche:
Soggetto:
A Roma il giovane pittore Nicolas, che vive con la pianista Hele-ne, vorrebbe raggiungere il successo ma non riesce a mettere a frutto il pro-prio talento. All’accademia di pittura conosce Valerie che fa la modella ma gli mostra anche alcuni suoi disegni. Una sera, all’inaugurazione di una mostra sua e del pittore Peter Lazlo, Nicolas conosce Andrè Bellisle, strano personaggio che gli confida di essere interessato alla sua arte e di potergli fare avere fama e successo purché sia disposto a seguirlo in alcune scelte. Nicolas accetta e, di lì a pochi giorni, la galleria vende inaspettatamente tre suoi quadri che raffigurano, come sempre, scene di violenza urbana. Proprio su questi soggetti indaga Losi, ispettore di polizia e appassionato d’arte. Suc-cede infatti che Nicolas, imbeccato da Andrè, si trova sul posto quando acca-dono fatti tragici che poi riproduce sulla tela. Dopo il suicidio di un ragazzo, ecco la morte violenta di un pugile e l’omicidio di una ragazza durante uno spettacolo erotico. Losi è convinto che Nicolas sia il colpevole, ma, prima di poterlo fermare, muore in un incidente provocato da Andrè. Nicolas allora si ribella al dominio assoluto che Andrè sta esercitando sulla sua vita. Gli dice che non lo seguirà più, ma poi, in galleria, vede liquefarsi i colori delle sue tele. Il successo scompare e Nicolas è destinato a tornare l’anonimo pittore di prima.
Valutazione
Pastorale:
il regista afferma che nel film è possibile vedere una rilettura moderna del mito di Faust: Andrè Bellisle potrebbe essere Mefisto, che promette la gloria a Nicolas a condizione che quest’ultimo gli offra il suo talento, cioè la sua anima. Se queste erano le intenzioni, il risultato è quanto di più lontano e sbagliato si possa immaginare. Il racconto si risolve in un guazzabuglio di fatti sconnessi e improbabili, tenuti insieme alla meno peggio con toni insipidi e superficiali. Si vorrebbero trattare temi importanti (l’arte, il successo, l’amore…), ma i personaggi, delineati in maniera affrettata e approssimativa, impediscono di produrre un minimo di attenzione o di interesse. Dal punto di vista pastorale, si resta nell’inconsistenza, sia pure col contorno di una bella serie di farneticazioni.
Utilizzazione:
il modesto livello della realizzazione (interpreti, regia…) consiglia di evitare l’utilizzo del film, sia in programmazione ordinaria sia in circostanze più ristrette, per le quali il film non offre elementi validi di dibattito o riflessione.